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6 Ottobre 1996: INDEPENDENCE DAY

  • Immagine del redattore: starwells
    starwells
  • 13 ott 2024
  • Tempo di lettura: 7 min

Dimmi che film ti piace e ti dirò chi sei.

Se non sai qual è il mio film preferito, probabilmente ancora non mi conosci molto bene.


Ci sono tantissime cose che possiamo imparare dai film che ci piacciono e oggi vorrei condividere con te che stai leggendo, alcuni dei motivi per cui ogni anno, il 6 Ottobre o un giorno vicino a questa data, dedico una serata a riguardare il film Independence Day, un famoso blockbuster del 1996. Il maggior successo del regista appassionato di film apocalittici Roland Emmerich, che ha consacrato l’attore Will Smith come uno dei mostri sacri di Hollywood e ha regalato a un’adolescente come me il grande amore per il poliedrico Jeff Goldblum.

Se sei della mia generazione, sicuramente sai di cosa sto parlando.


Sono una persona che ama le tradizioni e per quanto mi piaccia cambiare e mi stufi velocemente della monotonia, resto fedelissima a quello a cui tengo davvero. Pochi giorni fa ho riguardato questo film per ventottesima volta.


La mia famiglia e i miei amici più stretti, lo sanno bene. Nell’Ottobre del 1996 stavo per compiere 13 anni. Fino ad allora avevo visto al cinema per lo più i film di Walt Disney, fu proprio in quegli anni che iniziai a scoprire anche generi diversi. Non ricordo altri film, ma ricordo bene il giorno in cui andai a vedere Independence Day. Era il 6 ottobre.

Come faccio a ricordarlo? Perché nonostante la mia giovane età, da quel giorno decisi che ogni anno, nell’anniversario della prima volta in cui l’avevo visto al cinema, l’avrei riguardato a casa.


I miei mi regalarono la videocassetta e io non solo lo riguardavo, ma obbligavo anche loro e i miei fratelli a farlo con me. Mi piaceva o preparare delle cene per l’occasione o farlo in concomitanza della serata famigliare. Faceva sentire tutto più speciale. Negli anni i miei fratelli si sono un po’ stufati, ma io e mio papà siamo rimasti fedeli alla tradizione. Negli ultimi anni lo guardavamo insieme e molte volte si sono uniti a noi anche gli Ascione. Sapevano che era mia tradizione e mi sono sempre divertita a condividerla con chi come me aveva piacere di rivedere questo iconico film.


Ma perché mi è piaciuto così tanto? Ho pensato di fare una lista:


1. Il Gran Finale

Il capitano Steve Hiller, interpretato da Will Smith, è un pilota dei Marines ossessionato dal gran finale. E’ orgoglioso e sicuro di sé, aspira a pilotare uno space shuttle ma non ha paura di frequentare e di sposarsi con Jasmine, una spogliarellista con un figlio avuto da una precedente relazione. E’ spiritoso, affascinante, brillante e molto coraggioso. Il tipico eroe americano. Non ha paura di prendersi la responsabilità di una missione pericolosa e potenzialmente mortale per salvare l’umanità e mantenere la promessa fatta al piccolo Dylan, di mostrargli i “fuochi d’artificio”. Tutto in questo film ruota attorno alla spettacolarità. Anche quando le cose analizzate a mente lucida, risultano decisamente strampalate e improbabili, mentre ci si gode il film non ci si pensa, perché i fuochi d’artificio, i colpi di scena e le battute esilaranti, ci intrattengono per 2 ore e mezza facendoci sembrare tutto perfettamente realistico. E io amo il Gran Finale.


2. Gli effetti speciali

Oggi, nel 2024 tutto si fa con un’avanzatissima tecnologia di computer grafica, con intelligenze artificiali e budget di milioni e milioni di dollari. Ma nel 1996 era molto diverso.

Eppure oggi quando guardo questo film, gli effetti speciali mi sembrano ancora straordinari. Immaginate una dodicenne negli anni 90 che va al cinema e vede queste scene spettacolari e grandiose. Le luci, la musica, le esplosioni, gli alieni, i combattimenti...una vera adrenalina.

Oggi quando lo riguardo nella tv, con il dvd o su Disney+, lo trovo ancora attualissimo.

3. Le battute e le citazioni memorabili

Io dopo 28 anni, so il film quasi a memoria...ma vogliamo parlare di alcune espressioni del capitano Hiller come: “Benvenuto sulla terra!” o - “Pace!”

O la famosa: “Usando un’espressione della mia generazione...ficcatevelo nel c…oooooooo!” Ahahah ok forse questa non dovevo dirla ma quanto è epica quella scena?

Però la mia preferita è sempre e solo una...tra l’altro un’espressione che uso costantemente nella mia vita di tutti i giorni ovvero il… Porca…

Immaginatevi la scena: siete su una navicella aliena, pronti per pilotarla fuori dal pianeta e piazzare un virus nella nave madre e successivamente sganciare una bomba atomica...prendete i comandi, fate per partire ma sono messi al contrario ed è ingranata la retromarcia così vi schiantate contro la parete dietro di voi...insomma...è più che normale che il vostro compagno di viaggio, vi guardi spaventato dicendo: Porca…


Pensate, l’altra sera per la prima volta dopo 28 anni sono andata ad ascoltarmi la versione in inglese perché ero curiosa di sapere che cosa dicono nella versione originale e con gran sgomento ho scoperto che dicono solo...Oopst... OOPST? Ma daaai il porca è mille volte meglio!!! Grazie a chi ha fatto questa traduzione, mi avete cambiato la vita!!


4. Il discorso del presidente

Restando in tema di citazioni, non possiamo non ricordare il momento clou di tutto il film, ovvero il discorso di incoraggiamento del presidente degli Stati Uniti d’America Thomas J. Whitmore in un 4 luglio decisamente insolito. La terra, già devastata da un primo attacco degli alieni, ha riposto le sue speranze in un piccolo manipolo di uomini, militari e civili, che riuniti nel laboratorio segreto dell’area 51, uniscono le loro forze per sferrare un ultimo e disperato attacco nel tentativo di proteggere le loro vite e il loro pianeta:

 <<E se dovessimo risultare vincenti, il 4 Luglio non sarà più ricordato solo come una festa americana, ma come il giorno in cui il mondo con una sola voce ha dichiarato noi non ce ne andremo in silenzio nella notte! Noi non ci arrenderemo senza combattere! Noi continueremo a vivere. Noi sopravviveremo. OGGI FESTEGGIAMO IL NOSTRO GIORNO DELL’INDIPENDENZA!>>

C’è chi si è gasato all’inverosimile e chi mente.


5. La sceneggiatura

Mi sento molto una critica cinematografica adesso, ma sono solo una quarantenne che rivive le emozioni di quando aveva 12 anni. Però, storia a parte, credo di saper riconoscere una buona sceneggiatura, ed il modo in cui il regista ci presenta i personaggi e intreccia le loro storie di modo che alla fine ognuno si trovi al posto giusto nel momento giusto, è impeccabile. Il ritmo è sempre incalzante. Le parti divertenti si alternano in maniera equilibrata a quelle più drammatiche e non è uno di quei film dove c’è solo azione fine a se stessa. Io mi diverto e mi emoziono allo stesso tempo senza mai annoiarmi. Tra l’altro, credo che lo stesso regista non sia più riuscito a ricreare un equilibrio così buono nei suoi film successivi. Meglio non parlare di Independence Day: Rigenerazione, uscito per il ventennale nel 2016, che ho visto solo una volta al cinema, ma che semplicemente non considero neanche.


6. La rivincita di Russel Casse

Se vogliamo parlare dell’evoluzione dei personaggi nel film, allora mi va di spendere una parola per l’uomo che alla fine ha salvato il mondo. Considerato pazzo dalla sua comunità e anche dai suoi figli, Russel Casse è un ex pilota della guerra del Vietnam che adesso guida un piccolo aereo per la disinfestazione dei campi. Deriso da tutti perché convinto di essere stato rapito dagli alieni 15 anni prima, nel momento in cui lo conosciamo è solo un ubriacone. Ma appena questi tornano per tentare di conquistare il pianeta, inizia la sua rivincita. Intraprende un viaggio assieme ai suoi figli e coincide con il resto dei personaggi nell’area 51. In una sola notte, torna a pilotare un aereo e decide alla fine di sacrificarsi per salvare l’umanità. Non era pazzo, e ora si può vendicare dei suoi rapitori morendo da eroe. E’ il cerchio che si chiude.


7. Jeff Goldblum

Questo l’ho lasciato quasi per ultimo perché alla fine è lui, una delle mie cose preferite di tutto il film. David Levinson è una via di mezzo tra uno scienziato e un supereroe. Fissato con il riciclaggio e la salvaguardia del pianeta, affezionato al burbero padre, gira in bicicletta, non fuma e indossa camice a quadri non propriamente adatte a un sex symbol. Ma se a molti piaceva e piace il bel e spavaldo Will Smith, io preferisco decisamente il carismatico e affascinante Jeff Goldblum.

Adoro tutto di lui nel film (e adoro tutto di lui come attore e artista). Umile e intelligente, riesce a decifrare un codice degli alieni e senza nessun timore affronta il presidente degli Stati Uniti, si riprende l’ex moglie e crea il piano che alla fine porta i nostri eroi alla vittoria.

Nella scena finale in cui lui e Will Smith camminano spavaldi nel deserto, fumando il “palo della vittoria” (un sigaro), si manifesta in tutta la sua sexitudine. Una scena che vale l’intero film.


8. Effetto Cinema

Se siete venuti con me al cinema qualche volta, forse me l’avrete sentito nominare...ma che cos’è l’effetto cinema? E’ quella sensazione alla fine del film, mentre iniziano a scorrere i titoli di coda e la musica si fa meno intensa, in cui ti senti a metà tra la tua realtà e quella in cui sei stato trasportato nelle due ore precedenti. Una sensazione strana, in cui non capisci bene chi sei o cosa senti e provi una sensazione di estraniamento.

Io non sono come quelle persone che appena finisce il film si alzano e scattano fuori dalla sala per andare a prendere la macchina ed evitare il traffico. A me piace stare seduta, guardare i titoli, pensare, godermi quegli attimi prima di essere costretta a ritornare nella vita reale. Di solito non parlo, ma rifletto e mi fermo per ascoltare le mie emozioni. Badate bene, non tutti i film scatenano l’effetto cinema. Ma quando succede, allora so che quel film valeva la pena.


Questo è fondamentalmente il motivo per cui amo tanto Independence Day.

Perché per la prima volta, ho provato queste sensazioni, che mi hanno fatto innamorare del cinema.


Oggi per la prima volta ho scritto una definizione di quello che è sempre stato per me solo un concetto astratto. E’ un po’ come scoprire io stessa una parte di me. Ma ora vorrei proprio sapere se è una cosa solo mia, o se qualcun altro chissà, ha mai provato le stesse sensazioni.


So che questa è una cosa soggettiva. La mia non vuole essere una recensione, ma una maniera per esprimere me stessa, attraverso qualcosa che ha marcato la mia vita in un modo o nell’altro.

Ed è per questo che continuerò la tradizione, oggi e ogni altro anno assieme chissà ai miei figli e ai miei nipoti fino a quando qualcuno si stuferà e dirà “che pazza che era la bisnonna”! Ma parleranno del film e si ricorderanno di me.

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