Cabo de Gata (Roadtrip)
- starwells
- 24 ago 2020
- Tempo di lettura: 5 min
Ammettiamolo. La prima volta che ho sentito parlare di Almería è stato nel 2018 quando ho iniziato a programmare il mio viaggio attraverso l’Andalusia. Sapevo che volevo visitare Siviglia e Cordova e dovevo decidere quale giro fare, così con Google Maps mi sono messa a guardare le cose interessanti che potevo trovare. Quello che mi ha colpito subito della provincia Almeriense sono stati decisamente i suoi molti chilometri di costa selvaggia. Poco distante dal capoluogo si trova il Parco Naturale di Cabo de Gata-Níjar, un posto unico nel suo genere per il clima, la peculiarità della sua vegetazione e delle spiagge e calette nascoste di una bellezza straordinaria e nel quale si trovano anche alcuni paesini di un certo interesse storico-artistico.
Certo, per poterle visitare è necessario in primis avere una macchina ed essere disposti a fare un po’ di fatica. Spesso a dover percorrere chilometri su strade sterrate a basse velocità e con prudenza, per poi dover anche camminare attraverso la vegetazione, sotto il sole, senza dimenticare che in alta stagione può essere un problema anche quello di trovare un parcheggio.
In passato avevo già visitato due delle spiagge più conosciute della zona: la Playa del Monsúl famosa per essere stata scenario del film: “Indiana Jones e l’Ultima Crociata” e la Playa de los Muertos considerata una, se non la più bella, tra le spiagge della provincia di Almería. Questa settimana, approfittando del fatto che avevo noleggiato la macchina per andare a Vélez-Blanco, ho anche programmato un “Roadtrip” per poter visitare alcune delle cale più famose e che ero molto ansiosa di vedere da vivo e non solo sulle foto di Instagram.

Sono partita da casa verso le otto. E’ un bene che gli spagnoli qui non siano mattinieri. Per trovare un buon parcheggio e un ottimo posto sulla spiaggia, non è necessario svegliarsi proprio all'alba. Il mio tour è iniziato da la “Cala de Enmedio”. Per raggiungere questa spiaggia il modo migliore è arrivare con la macchina fino alla “Cala del Plomo”; attenzione che dalla strada asfaltata, ci sono circa sette chilometri da fare ai 20 all'ora su sassi e cemento molto irregolare, il che vi farà impiegare circa 10 minuti o più se andate con un’auto piccola e scarsa come la mia!! Da qui, parte un sentiero che si percorre in 20 minuti circa camminando su una stradina piana ma sotto il sole e attraverso la vegetazione bassa e appuntita tipica del luogo. Attenzione quindi ad indossare scarpe comode, a non caricarvi di troppi pesi, ad avere acqua e un cappello! Quello che vi aspetta una volta giunti lì, vale davvero la fatica (neanche troppa) che farete.

Una spiaggia di sabbia chiara e finissima circondata da scogli e da complessi rocciosi bianchissimi, cornici perfette per delle fotografie di alta moda! Io mi sono buttata subito in mare esplorando un po’ sia sul lato destro che su quello sinistro. L’acqua è trasparente e alle 10 di mattina la gente è ancora poca. Ricordate di portare le scarpette per gli scogli, altrimenti sarà molto difficile esplorare le rocce e non vi preoccupate se vedete un po’ di gente nuda...questa è una zona in cui si pratica il naturismo! L’unica cosa di cui ho sentito la mancanza è stata la presenza di qualche amico che avrebbe potuto farmi da fotografo...per cui in questo articolo vi beccherete solo foto di paesaggi!
Prima che il giorno si facesse troppo caldo, ho fatto ritorno dallo stesso sentiero per trascorrere almeno un’oretta alla “Cala del Plomo” una spiaggia un po’ più piccola, dove sono presenti molti più sassi anche tra la sabbia per cui è consigliabile tenere le scarpette. Ma l’acqua è cristallina e sembra di fare il bagno in una piscina. Inoltre ci sono anche qui diversi scogli e rocce su cui avventurarsi e scattare qualche meravigliosa foto. Io ho fatto tutto abbastanza di fretta. Verso l’una lo stomaco mi diceva che aveva fame e dovevo considerare il tempo che avrei impiegato con la macchina per il ritorno, così non mi sono trattenuta a lungo.

A pranzo sono stata a Las Negras, un pueblo vicino abbastanza turistico ma dall'aspetto veramente delizioso con le sue casette da villeggiatura adorne di cactus e piante grasse, i negozi, i ristoranti e tante persone impegnate nel tran tran giornaliero della vacanza! Ho rischiato ad andare in una pizzeria e sono stata fortunata. Una pizza capricciosa gigante molto ben farcita e con una pasta sottile il giusto e bella croccante. Inutile dire che finito di mangiare mi è sceso un bell'abbiocco, così mi sono trattenuta al tavolo di un bar di fronte al mare a sorseggiare un virgin mojito semplicemente abbandonata sulla comoda sedia, guardando il mare blu e non pensando a niente se non alla digestione.
Infine la seconda parte del tour! Con la mia Toyota Auris mi sono diretta al “Playazo de Rodalquilar” facilmente raggiungibile in auto. A quest’ora del pomeriggio il parcheggio (che altro non è che il lato della strada) è bello pieno e per raggiungere la spiaggia cammino un bel po’ di minuti. Arrivo e trovo ovviamente molte persone. Il posto è grande, pianto il mio ombrellone e sistemo l’asciugamano ma fa troppo caldo per non correre subito a buttarsi in acqua. Faccio un breve bagno e mi guardo attorno. Ci sono molti scogli larghi dove la gente cammina e esplora così decido di armarmi di scarpette e di fare una passeggiata.


Camminando ci si imbatte nel Castello di San Ramón che domina la baia (ho letto che è in vendita per qualche milione di euro se siete interessati). La vista dall'alto è spettacolare, si può fare una bella camminata tra rocce e sentierini e andare in esplorazione di altre calette tra le rocce. In lontananza gruppi di ragazzi si arrampicano e si tuffano dagli scogli. Io non ho avuto il tempo di andare ma mi sono ripromessa di farlo in futuro, il mare era così blu...mi è sembrato di vedere anche delle grotte tra le insenature, chissà se ci si può nuotare dentro. Finita la passeggiata ho fatto una bella nuotata tra gli scogli alla ricerca di qualche pesce. Ce ne sono tanti, ma attenzione alle alghe e ai ricci di mare!

Sono quasi le otto di sera e mi concedo cinque minuti di riposo sull'asciugamano domandandomi se ho ancora la forza di prendere l’auto per raggiungere la mia ultima destinazione. Ovviamente sì! Sono pochi minuti di macchina e arrivo a “Los Escullos” precisamente alla spiaggia di “Los Arcos”. Trovare parcheggio è facile perché a quest’ora il grosso della gente è già andata via. Questo posto è famoso per la presenza di una grande duna fossile formatasi sotto il mare e ora visibile in superficie e io mi avventuro subito scalando. L’erosione dell’acqua e del vento l’hanno rimodellata creando forme curiose. La più importante è una specie di roccia sospesa o “Arco” dove una lunga fila di persone aspetta per andarci sopra e farsi fotografare nelle pose più creative. Io proseguo salendo e mi sembra quasi di scalare la superficie lunare. Il paesaggio mi ricorda tanto la zona di Gardaland del Flying Island e dello Space Vertigo. Oltre queste rocce, la costa e il mare aperto avvolti in un tramonto che si tinge di un rosa tenue. La luce è davvero bellissima e resto un po’ a godermi il panorama. Poi, anche se l’aria è diventata più fresca, mi concedo un ultimo bagno rilassante in un’acqua che al calar del sole diventa blu scura ma è trasparente e insieme all'azzurro rosato del cielo mi conciliano il sonno.


Mi asciugo e pian piano faccio ritorno alla macchina. Sono stanca e abbandono l’idea di uscire a cena, tento di passare al McDonald’s ma al Drive c’è troppa fila e non ho voglia di aspettare così guido dritta verso casa. Da tempo speravo di riuscire a fare una giornata come questa. Un roadtrip a Cabo de Gata. Oggi non mi sono fermata un momento e rifletto sul fatto che i posti che ho visto meritano sicuramente ulteriori visite più approfondite. Senza contare che ce ne sono molti altri! Sono talmente stanca che mi butto sul letto ancora vestita e mi addormento.
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