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Come fare il NIE in Spagna (Parodia)

  • Immagine del redattore: starwells
    starwells
  • 3 ago 2020
  • Tempo di lettura: 8 min

Hai bisogno di cambiare vita? Sei anche tu uno di quelli che stanno pensando di lasciare l’Italia per trasferirsi in Spagna? Cerchi informazioni sulle pratiche burocratiche necessarie? Quello che ti serve è una guida semplice che risponda alle tue domande e che ti aiuti nel muovere i primi passi verso il tuo obiettivo in totale sicurezza! Molto bene, sei capitato nel posto giusto! Quello dove ti spiegherò con un poco di umorismo perché, nonostante tanti altri blogger e tante altre persone che prima di me hanno scelto di trasferirsi in questo paese ci abbiano provato, questa guida non esiste!

Lunedì scorso, si è conclusa dopo molti mesi la mia avventura per ottenere i documenti di residenza in Spagna. Il famoso NIE verde è ora nelle mie mani, il che rende la mia permanenza qui regolare senza una vera e propria scadenza. Ma quanto può essere difficile arrivare a questo punto? Diciamolo sinceramente: ogni caso è differente. Io posso solo mettere la mia storia a disposizione e dare qualche consiglio spassionato il quale potrebbe non fare alcuna differenza nell'esperienza di un’altra persona. Ci sono già molti siti e blog che spiegano il significato dei vari documenti da fare e non mi dilungherò in questo tipo di descrizioni. Cercherò solamente di scrivere uno dei miei classici resoconti divertenti!

La mia ricerca per capire quali fossero le prime mosse da fare una volta arrivata in questo paese, è iniziata molti mesi prima di partire. Alcune cose già mi erano chiare: che la burocrazia spagnola è altrettanto incasinata rispetto a quella italiana, che le procedure spesso variano da comune a comune, che bisognerebbe avere per lo meno un’infarinatura di spagnolo per potersi districare meglio e che alla fine tutto dipenderà dall'umore della persona che ti troverai davanti allo sportello. Anche con queste consapevolezze iniziali, la mia visione del futuro era positiva. Mai avrei potuto pensare che solo un mese dopo la mia partenza il mondo si sarebbe trovato bloccato a causa di una pandemia. Ma andiamo con ordine.

Nei miei primi giorni di permanenza qui, l’aiuto dei miei amici spagnoli è stato fondamentale. Per familiarizzare con i luoghi, con i documenti, con la lingua. Il primo ostacolo è stato quello incontrato tentando di fare le pratiche per l'Empadronamiento, ovvero l’iscrizione all'anagrafe del posto. Farlo è semplicissimo quando affitti un appartamento, compilando un banale modulo e presentando il contratto di locazione. Ma quando vivi in un appartamento affittato su Airbnb è un’altra storia. E’ possibile farlo sì, ma con un permesso scritto del proprietario e io i proprietari della casa dove ho vissuto per i primi due mesi e mezzo, non li ho mai neanche visti e chiedere mi imbarazzava. Lasciamo quindi questa cosa da una parte.

Ho tentato in seguito di avviare la pratica per il NIE bianco, ovvero un NIE provvisorio. Il NIE è il numero di identificazione degli stranieri che risiedono in Spagna e serve praticamente per qualsiasi cosa. In primis per aprire un conto in banca o per un contratto telefonico. Avevo preparato una lista di documenti come spiegato in alcune guide consultate online. Tra le varie difficoltà quella di dover stampare tutte le carte in una copisteria, o imparare come pagare una tassa in banca. Per presentarsi all'Oficina de Extranjería bisogna prendere un appuntamento attraverso il sito. Sono stata lì la prima volta il 24 di Febbraio. Prendi l’autobus, fai la fila, attendi seduta un po’ come quando vai in questura a fare il passaporto, finalmente chiamano il mio numero e mi presento allo sportello. Spiego alla signora che voglio fare il NIE e lei mi chiede per quanto intendo risiedere in Spagna. Io le rispondo che la mia intenzione è di rimanere qui a vivere anche se attualmente non ho un lavoro. Quel giorno sono stata liquidata talmente velocemente che non ricordo nemmeno come siano andate davvero le cose, solo che la signora mi dice che ho sbagliato a chiedere questo appuntamento e che devo richiedere quello per il “Certificado UE”. Mi indica la portineria dove richiedere l’elenco dei documenti necessari per questa pratica e ciao e arrivederci.

Quando non ti intendi delle cose e non sai nemmeno parlare bene la lingua, ti accontenti del consiglio ricevuto e segui le istruzioni. La lista di documenti da presentare per il certificato di residenza è molto più lunga e richiede cose che io al momento non so come fare a procurarmi. A cominciare dall'Empadronamiento. Che fare quindi? Cambio di nuovo direzione ed inizio a concentrarmi sulla ricerca di un appartamento da affittare anche solo per sei mesi.

Dopo un giro presso alcuni uffici di agenzie immobiliari la risposta che mi danno tutti è sempre la stessa: non troverai qualcosa in affitto senza avere un lavoro. Il solito gatto che si morde la coda. Ti servono cose per fare cose, che non puoi fare senza avere le cose che ti servono. E’ una strada apparentemente senza uscita. Provo a consultare annunci online e a contattare personalmente i proprietari scrivendo che sì, non ho un lavoro ma ho risorse economiche che mi permetterebbero volendo di pagare un affitto anticipato. Nessuno risponde se non alcuni che sono evidentemente delle frodi. Dopo giorni di reale sconforto, le cose si sbloccano grazie all'aiuto del vescovo e ad il contatto di un’agente immobiliare che in due giorni mi trova un appartamento ed un proprietario che accetta di affittare su pagamento anticipato. Il contratto si chiude nel giro di una settimana ora posso almeno fare l'Empadronamiento.

Peccato che in questi stessi giorni l’allarme Coronavirus arrivi anche in Spagna e ci ritroviamo tutti costretti in quarantena. Gli uffici statali chiudono e io come molti altri, rimango bloccata. Quando finalmente riesco a traslocare nel nuovo appartamento con tutte le peripezie che chi legge il blog già ha conosciuto, riesco per fortuna almeno a registrarmi all'anagrafe tramite e-mail. Ora non mi resta che aspettare che finisca lo stato di allarme e prendere un appuntamento in Extranjería. Intanto preparo le carte. Pago una nuova tassa, stampo tutti i moduli e mi procuro un estratto conto per dimostrare di avere risorse sufficienti per mantenermi anche se al momento qui non ho un lavoro. Il momento tanto atteso arriva al 8 di Giugno.

Solita trafila per entrare nell'ufficio. L’ansia si fa sentire...spero che tutto possa essere in regola. Dopo una lunga attesa, finalmente un signore mi fa accomodare alla postazione. Controlla le carte e si ferma alla fotocopia della mia tessera sanitaria. Si alza, chiede qualcosa a un collega e poi torna indietro: “Mi dispiace signora, ma questa non è sufficiente come copertura sanitaria”. Ma come, non vale per tutta l’Unione Europea? Non sto qui a spiegare cose che non ho capito benissimo nemmeno io, fatto sta che la mia richiesta viene rifiutata anche questa volta. Il tipo mi dà alcune indicazioni a proposito di un modulo e dell’ufficio dove lo posso richiedere. Abbattuta ma decisa a non mollare esco e mi metto subito alla ricerca di questo posto. Si tratta dell’ufficio della Seguridad Social che però è ancora chiuso a causa del virus.

Torno a casa e mi metto a fare alcune ricerche su internet. Siccome questo modulo viene normalmente rilasciato nel paese di nazionalità, contatto la USL di Bussolengo che mi risponde miracolosamente al secondo tentativo di chiamata. Trovo una signora molto gentile che però mi spiega che questo modulo è solo per chi lavora e riceve uno stipendio da una ditta italiana. Io sono già residente in Spagna e quindi devo trovare una maniera per essere coperta sanitariamente in questo paese. Dopo varie mail a vari uffici e telefonate, compreso il consolato italiano, arrivo alla conclusione che la maniera più veloce di risolvere il problema sia quella di contrattare un’assicurazione privata.

Ormai ho voglia di chiudere questo discorso e senza farmi troppe paranoie una mattina percorro la Rambla chiedendo preventivi in almeno 5 compagnie di assicurazione. Poi, proprio di fianco al mio palazzo, ne vedo una piccolina e decido di entrare. Una signora mi dà il contatto telefonico di un suo collega e io gli scrivo appena rientro a casa. L’agente mi fa l’offerta migliore. Passa solo qualche giorno e decido di contrattare quest’assicurazione sanitaria. Un venerdì mattina mi incontro con lui per firmare le carte e qualche giorno dopo ricevo il mio tesserino sanitario spagnolo nuovo fiammante. (Non parlo dei problemi che ho avuto con il sito dove mi dovevo registrare perché questo post è già troppo lungo). Ora ho davvero tutto quello che mi serve.

Lunedì 13 luglio finalmente riesco a prendere il terzo appuntamento all'ufficio del Extranjería e stavolta sono decisa a lottare perché possa essere la volta buona. Faccio una lunga fila fuori in mezzo a molti stranieri e per la prima volta mi immedesimo…il percorso che uno di loro deve fare per essere accolto da un’altra parte è spesso pieno di ostacoli. Lo è stato per me, cittadina dell’Unione Europea, immaginiamoci per qualcuno che viene da un paese extra UE. Puoi essere la persona migliore del mondo e avere le migliori intenzioni, ma se colui o colei che ti troverai davanti non avrà voglia di aiutarti ti potrà rendere le cose impossibili. Mi sento per un momento uguale a tutte queste persone senza un nome e che non parlano la mia lingua ma che sì, sono persone e meritano lo stesso rispetto che merito io.

Arrivo allo sportello dove mi accoglie una donna che sembra gentile. Dà un’occhiata alle carte, io col cuore in gola. Guarda l’estratto conto della banca e mi dice: “Questo è in italiano...dovrebbe essere tradotto in Spagnolo”. E mi mostra una nota che spiega che i documenti da presentare che non sono in castellano dovrebbero essere tutti tradotti. Mi sale il nervoso. Eh no...questa è la terza volta che vengo e ogni volta c’è un problema. Dopotutto si tratta semplicemente di leggere dei numeri. Una data e l’importo del saldo. Lo può fare persino un bambino. Stavolta non cedo e la prego di aiutarmi. Lei sembra indecisa, sfoglia e risfoglia più volte le carte, poi si alza e va a chiedere ad un collega vicino. Passano alcuni minuti e io non voglio guardare per paura che mi creino nuovi problemi. Lei torna, si siede e mi guarda. “Le cose non dovrebbero essere fatte così, ma visto che hai tutto in regola e che è già la terza volta che vieni ti mandiamo avanti la pratica”. Grazie, grazie, grazie!!! Comunque le dico, indicando il collega a cui aveva chiesto, che era lo stesso che mi aveva ricevuto la volta prima e che se l’estratto conto in italiano non andava bene avrebbe potuto dirmelo, dato che era lo stesso che gli avevo presentato solo con una data differente. Lei alza gli occhi al cielo e mi risponde: “Lui è il capo...dopo gli tiro le orecchie!”

Questa sembra la fine dell’odissea ma c’è un’altra cosa. In qualche minuto la signora finisce la pratica e mi manda ad un altro sportello dove mi stampano immediatamente la piccola targhetta verde del NIE. Io sono talmente alleviata ed emozionata che non mi accorgo che scrivono il mio cognome “DAL POZO” invece che “DAL POZZO”. Questa mattina, il 3 di Agosto sono ritornata in Extranjería per ritirare finalmente il tesserino corretto!!! Ora sono residente in Spagna a tutti gli effetti e posso finalmente aprire un contratto telefonico, probabilmente ci vorrà qualche altra settimana di peripezie burocratiche ma ormai ci sono abituata!!

Mi sono già dilungata tantissimo, vorrei concludere con un paio di consigli seri basati sulla mia esperienza, per chi davvero volesse intraprendere una strada come questa:

1- Fatevi il passaporto!! Nonostante dicano che tutto si può fare con la carta di identità italiana (che in teoria è anche vero), questo vi creerà ulteriori dilungamenti e problemi soprattutto a livello informatico. Seriamente. Fatevi il passaporto e sarà tutto un po’ più semplice.

2- Imparate la lingua. Più che potete. Districarsi nella burocrazia senza parlare la lingua crea difficoltà e fraintendimenti.

3- Non scoraggiatevi: ci saranno sicuramente mille imprevisti, il più delle volte causati da persone che non avranno voglia di dedicarvi qualche minuto. Insistete. Le cose si risolveranno.

4- Fatevi degli amici. Gli amici, vicini e lontani, saranno sempre la cosa più importante di cui avrete bisogno.

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