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3 mesi dopo...

  • Immagine del redattore: starwells
    starwells
  • 13 set 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Oggi penso che potrebbe essere interessante riprendere l’argomento del lavoro e aggiornare il blog perché ormai sono già passati tre mesi da quando ho iniziato ed è stato un interessante divenire di eventi e di piccoli progressi.

L’inizio è stato una specie di turbine. Avete presente quella sensazione strana quando dopo tantissimo tempo che aspetti, in un attimo succede quella cosa che ti cambia la vita? Ecco, tutto girava talmente veloce che a tratti quasi rimpiangevo la noia dei mesi precedenti.

Il lavoro è arrivato all’improvviso dopo un anno e mezzo di stop. Sono passata dall’essere una segretaria che faceva il lavoro di 3 persone ad essere un aiuto cuoco che aiuta altre 3 persone dovendo imparare a fare entrambi i loro lavori. In una settimana ho imparato le preparazioni delle insalate e degli antipasti, poi sono passata alla postazione delle pizze dove oltre a tirare la pasta e a farcirla ho dovuto imparare anche a usare il forno con la pala senza bruciare tutto ma soprattutto senza bruciarmi io! Infine la postazione più complicata ovvero quella dei fuochi dove principalmente si preparano i piatti di pasta. Una pentola per ogni porzione; prima si prepara la base del sugo, poi si cuoce la pasta e infine si unisce il tutto e si impiatta. La procedura è molto meticolosa quindi bisogna imparare tutto a memoria ed essere il più precisi possibile in modo che i piatti salgano sempre nella stessa maniera. Poi ovviamente c’è la cosa più noiosa che è anche quella che occupa la maggior parte del tempo, ovvero pulire. Mi riferisco all’ultima postazione, quella dell’”office” ovvero dove si lavano i piatti che condividiamo con il personale di sala.

Parecchie volte mi sono ritrovata a fare il jolly ovvero a passare da una postazione all’altra secondo il bisogno. E non è che mi dispiaceva perché non solo ci si annoia molto poco, ma ho potuto imparare molte più cose molto più velocemente. Anzi a dire il vero, il fatto di potermi permettere di fare tutte le cose dopo solo due settimane, vuol dire che in fondo questo lavoro lo posso fare bene.

In un primo momento ho iniziato occupandomi dei piatti freddi e della loro composizione. Con le pizze invece è stata un’esperienza divertente. All’inizio mi facevano un po’ paura, non tanto tirarle e farcirle, ma quando veniva il momento di farle scivolare sulla pala...il panico. Se poi si bucano o come mi è capitato una sera il forno era troppo caldo e ti si bruciano, ti viene un po’ da piangere, lì nella tua piccola postazione a 36°C tutto sporco di farina e di unto. Oggi invece la pizzeria è la mia postazione preferita e la gestisco da sola senza nessun problema!

Ai fuochi mi ci fanno stare ancora poco, più che altro perché ci sono sempre i due cuochi più esperti. Io do una mano a impiattare nei momenti del pienone e naturalmente con tutte le altre preparazioni. Poi quando è un po’ più tranquillo mi ci metto anche io. La cosa più difficile è ricordarsi a memoria le ricette e l’ordine con cui inserire gli ingredienti e ho spesso bisogno di dare un occhio al ricettario. Però ho imparato (quasi) a far saltare il cibo in padella come gli chef...peccato che a volte schizzo l’olio sui fornelli o sporco di sugo o faccio volare pezzi di pasta in giro e mi ricordo quando cucinavo in casa e mia mamma mi correva dietro con le spugne per pulire! Qui purtroppo alla fine dobbiamo pulire tutto noi e questa è la parte che odio, ciò che rende la fine del turno infinito. E in generale non amo troppo stare nel office perché mi sporco sempre con lo spruzzo ed è faticoso stare piegati a lavare padelle, ma mi diverto perché sono più rilassata, chiacchiero con i camerieri ed è l’unico posto con l’aria condizionata!

Infine la parte che in verità è la più importante. Ovvero quella del rapporto umano con i miei colleghi. Mi sono trovata bene fin dal primo giorno quando ho fatto il colloquio, ma questo non vuol dire che non ci siano state delle sfide. Soprattutto perché essendo solo aiuto cuoco, lavoro con più persone diverse e ognuna ha un suo metodo e un suo carattere, per questo ho dovuto imparare a conoscerli e ad adattarmi alle loro esigenze e alla fine come era inevitabile, mi sono fatta anche delle preferenze.

Lavoro spesso con Jhon il capo cuoco che fa molte ore ed è molto stressato. All’inizio non è stato facile perché il suo nervosismo e la sua fretta mi mettevano molta ansia, lasciandomi pensare a volte di non piacergli. Ma io sono una che insiste e di solito non si ferma alle prime apparenze. Così ho fatto di tutto per cercare un modo positivo di dargli una mano nel lavoro, di dimostrarmi disponibile a darmi da fare e magari anche di diventargli simpatica. Ora posso dire con certezza di aver instaurato un buon rapporto, a volte quasi ridiamo e scherziamo anche durante il turno di lavoro e sono soddisfatta di tutto quello che ho potuto imparare da lui.

Inoltre ho instaurato un buon rapporto di amicizia con alcuni dei camerieri con cui ho iniziato ad uscire anche al di fuori dell’ambiente lavorativo. Questo mi ha permesso di conoscere nuove persone e mi fa sentire che finalmente sto iniziando ad ambientarmi in questa mia nuova vita, creandomi delle conoscenze e una rete di amicizie. Ho persino iniziato a portare i miei esperimenti di torte e condividerli alla fine del turno. Insomma in poche parole mi sto trovando molto bene.

Ora spero soltanto che prima possibile decidano di aumentarmi le ore del contratto perché con solo 12 ore la settimana (nonostante gli extra che spesso si fanno) non mi sarà possibile mantenermi per molto tempo. Ma sono fiduciosa. Non è nemmeno detto che le cose debbano fermarsi qui. Tengo sempre gli occhi aperti sulle nuove opportunità che mi si potrebbero presentare, soprattutto adesso con la fine imminente dell’estate. Ma sono felice di questa esperienza e per tutti quelli che magari ancora se lo chiedono, no: non rimpiango di aver mollato il lavoro che avevo in Italia e nemmeno desidero ritornare. Quello che ho trovato qui va al di là di qualsiasi soddisfazione economica o professionale. Qui sto semplicemente ritrovando me stessa.

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