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Essere grati vuol dire essere felici

Dopo un inizio anno particolarmente difficile e dopo aver recuperato finalmente la salute, passare due settimane in Italia con la mia famiglia e i miei amici, mi sembrava l’idea perfetta per recuperare le energie e ricominciare di nuovo a fare dei progetti sulla mia vita qui ad Almerίa.


Fino a ieri, a causa della pandemia del COVID-19, in Italia vigevano regole abbastanza severe in merito agli spostamenti e alle chiusure di locali e punti turistici. Anche viaggiare è stato naturalmente più complicato. Sono stata pertanto costretta a notare gli effetti negativi di questa situazione, soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico nelle persone.


Qui in Spagna anche in conseguenza delle mie esperienze personali, ho vissuto un po’ in una bolla rispetto a questo argomento. Forse è per questo motivo che mi ha così stupito ritrovarmi catapultata in un mondo dove la pandemia è diventata il principale argomento di conversazione. Non mi voglio dilungare su questo aspetto ma al contrario vorrei scrivere un post di apprezzamento per tutte quelle cose che ho potuto fare e di cui ho potuto godere nonostante la situazione. Perché credo che la polemica ci renda insoddisfatti mentre invece la gratitudine ci renda felici.


Principalmente mi sento grata per le persone. Tornare a casa per me significa soprattutto rivedere molte delle persone a cui voglio bene. La mia famiglia, i miei nipotini e gli amici di una vita con cui ho vissuto tantissime esperienze. Con molti di loro ho potuto condividere un abbraccio e un saluto più caloroso, con altri invece non è stato possibile ma ciò non ha tolto importanza o gioia al momento. Ho imparato che, sebbene in alcuni casi la mancanza di contatto fisico possa creare dispiacere, nemmeno la distanza di sicurezza o una mascherina possono toglierci il sorriso o impedirci di condividere l’affetto che nutriamo l’uno per l’altra. E io l’ho sentito.


Sarei bugiarda se non dicessi che subito al secondo posto provo immensa gratitudine per il buon cibo! Dopo quasi tre mesi di grandi difficoltà a mangiare, di preoccupazioni e di disturbi vari, ho recuperato pienamente le funzioni del mio apparato digerente, cosa che mi ha permesso di mangiare senza pensieri, di godere della buona cucina di mia mamma, dei take away un po’ meno salutari e soprattutto di poter cucinare dolci su dolci per tutti e poi di mangiarli. Da oggi mi rimetto un po’ in riga ma oh quanto sono contenta di poter mangiare bene di nuovo!


Nelle scorse due settimane sono tornata a dormire nella mia vecchia camera. Una mansarda in cui ho “abitato” per quasi trent’anni. Molte cose sono ancora come erano quando l’ho lasciata prima di venire qui, quando ero uscita di casa per andare a vivere da sola. Ci sono ancora molti dei miei vestiti nell’armadio, i miei fumetti e alcune foto. Per non parlare delle parrucche e dei cosplay che spuntano da ogni parte! E si ritorna facilmente a ripensare al passato.


Sono grata per la mia vita. Per le esperienze, le scelte, gli errori, i momenti felici e quelli duri. Tutto quello che ho vissuto mi ha reso la persona che sono oggi e mi ha preparato per affrontare nuove sfide. Parlare e ricordare il passato con le persone che lo hanno vissuto con me mi riempie di gratitudine. Soprattutto sentire il sostegno, la fiducia e l’affetto che tutti mi danno anche a distanza e che nel momento in cui ci si ritrova accorciano il tempo e ci fanno sentire come se non ci fossimo mai detti arrivederci.


Infine sono grata di essere rimasta sempre fedele a me stessa. Non sono perfetta, non sempre sono prudente, a volte semplicemente mi chiudo. Ma credo ancora di essere in grado di fermarmi a valutare e di prendere decisioni. Di ringraziare e di chiedere scusa. Di cercare ciò che è meglio e di farlo nel rispetto mio e anche delle altre persone. Sono tornata con una visione più chiara e con una seconda opportunità di seguire un mio sogno.

Il viaggio di ritorno è stato lunghissimo. Molte ore di attesa e molte ore di viaggio. Ma io amo il viaggio ed essere impazienti di arrivare a destinazione potrebbe rovinarci tutta l’avventura. Era già calata la sera quando ieri con l’autobus siamo entrati nella provincia Almeriense. Io mi sono concentrata sul paesaggio fuori dal finestrino per sentire quello che sento ogni volta che torno qui. Tranquillità, gioia e un dolce senso di appartenenza. Tanto apparentemente inspiegabile quanto inequivocabilmente reale. Adesso scrivo con lo sguardo rivolto verso il mare che luccica agitato fuori dalla mia finestra. E ancora una volta mi sento grata. Di essere esattamente dove so che devo essere.

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