FÁBRICAS DE MIEDO: BRISA FENOY
- starwells
- 23 mar 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Venerdì scorso, dopo i primi 5 giorni di quarantena sono uscita per la prima volta per fare la spesa. Camminare per la strada era surreale. Tutto chiuso, nessuna automobile, nessun rumore. Solo qualcuno camminando velocemente dal altra parte del marciapiede. Guanti e mascherina. Il supermercato è semivuoto nonostante siano passate da poco le tre del pomeriggio. Riesco a trovare solo tre quarti delle cose che avevo segnato sulla lista della spesa, ma non importa. Cerco di rientrare più velocemente possibile. Le persone non si guardano, non si incrociano, non si parlano.
Mentre cammino per ritornare al appartamento mi viene in mente il video musicale di una canzone che è uscita solo qualche giorno fa: "Fábricas de Miedo" di Brisa Fenoy.
Tiro fuori il cellulare e apro Youtube. Cammino e mentre la ascolto ne canticchio la melodia. C’è qualcosa di tetro nella lirica di questa canzone e allo stesso tempo di affascinante. Cosa sta succedendo in questo momento al mondo?
Brisa Fenoy è una cantante, musicista e compositrice di Algesiras, una cittadina dell’Andalusia vicinissima allo stretto di Gibilterra. La seguo praticamente fin dal inizio della sua carriera musicale nel 2018 dopo averla conosciuta casualmente tramite Instagram e Youtube. Il suo stile musicale potrebbe definirsi semplicisticamente urban pop, ma ciò che veramente la contraddistingue da tutte le altre cantanti “mainstream” è il contenuto delle sue canzoni. Il messaggio. L’ideale. Brisa è prima di tutto un’attivista; nella musica ma anche nella vita privata.
Tra le sue canzoni più famose posso citarvi "Jerico" che accompagna un vero e proprio documentario sull'immigrazione e sulle storie reali dietro allo sbarco di molti profughi africani, "Lo Malo" che ha gareggiato per partecipare al contest del Eurovision nel 2018, e che è diventato un vero inno del movimento femminista spagnolo, "Free" un inno alla libertà personale di espressione in tutte le sue forme e la più recente "Gula", una vera e propria polemica contro la il consumo eccessivo di carne e il danno che questo causa al pianeta.
Fino ad arrivare alla sua ultima produzione di cui trovate il link qui sotto:
Diseñado en fábricas de miedo
corre por el aire
un color siniestro
ahora nada ya es como antes
algo ya se ha muerto
algo se deshace.
La canzone lancia una provocazione, ovvero che dietro a questa pandemia ci sia una verità nascosta che nessuno dice e che solo pochi veramente conoscono. Che questa “fabbrica di paura”, quest’eccessiva informazione, questo collasso generale, possano finire per controllare le persone. Per indicare loro un cammino e indurle a intraprenderlo senza porsi troppe domande.
Che ci sia o meno un complotto dietro a quanto sta accadendo, siamo tutti d’accordo nel dire che non è assolutamente una situazione normale. E che porta con sé paura, dolore, incertezza, e purtroppo anche la morte di molti innocenti.
Ma come tutte le cose, anche quest’esperienza che tutto il mondo si ritrova ora a condividere, ci servirà per riflettere, per imparare, per cambiare magari.
Questa settimana ho letto il libro pubblicato da Brisa Fenoy alla fine della scorsa estate. Si intitola “Amor o Poder” ed è un insieme di riflessioni su vari temi esistenziali, portati alla luce attraverso le esperienze di vita dirette della cantante.
Era la prima volta che leggevo un libro di questo tipo. La quarantena forzata mi sta guidando a riflettere più attentamente su tutta una serie di cose a proposito di me stessa e a proposito della vita. Nonostante ci siano momenti di sconforto, credo che il tempo che mi viene accordato oggi sia un dono di estremo valore.
Il libro intende mostrarci come le azioni degli uomini vengano fondamentalmente guidate da due forze opposte: l’amore o il potere. E ci domanda: noi da cosa ci facciamo guidare? E soprattutto: siamo veramente liberi di scegliere?
La libertà di scelta è strettamente connessa alla conoscenza. Per essere veramente liberi di scegliere, dobbiamo conoscere la verità delle cose, solo allora potremo valutare obiettivamente le conseguenze delle nostre azioni e scegliere di agire in totale e vera libertà. Liberi dalla paura di sbagliare, dal senso di colpa o dalla preoccupazione per il giudizio altrui.
E' da questa premessa che il libro parte per poi svincolarsi tra vari argomenti di attualità, che vengono analizzati e raccontati in maniera molto semplice, comprensiva ma soprattutto personale. Temi come la sessualizzazione della donna nel mondo dell’intrattenimento, l’immigrazione e il razzismo, l’alimentazione e il comportamento eco-sostenibile, le schiavitù e le dipendenze ai tempi del consumismo, la velocità della vita moderna, e tanto altro ancora.

Sebbene forse non condivida pensiero del autrice al 100% su tutti gli argomenti, ho trovato questo libro uno spunto davvero molto interessante per riflettere su me stessa e su certi miei comportamenti che forse alla fine di questa quarantena vorrei cambiare. Allo stesso modo, la mia intenzione oggi nello scrivere questo post è solo quella di dare a chi leggerà un ulteriore spunto di riflessione.
Siamo persone libere, con un cervello, dei talenti e uno scopo ben preciso in questo viaggio terreno. E’ nostra responsabilità usare questo tempo che oggi ci viene regalato per scegliere come usarlo, a chi e a che cosa prestare attenzione, a meditare, a osservare, ad informarci in maniera corretta, ciascuno alla sincera ricerca della verità e della libertà personale. Cos'è che ci muove? L’amore? Per noi stessi, per gli altri e per ciò che ci sta attorno? Oppure l’amore per il potere, l’egoismo e l’ambizione? La fede oppure la paura? La voglia di andare avanti, di ricominciare, oppure la frustrazione e la resa?
Non so bene ancora come considerare questa situazione. Ci sto ancora riflettendo. Due mesi fa sono partita con mille sogni, mille speranze e ora le carte in tavola si stanno rimescolando in una maniera del tutto inaspettata. Eppure io credo che tutto questo mi stia preparando per qualcosa di grande che deve venire. Tutto il mondo si sta preparando per un grande cambiamento.
Io mantengo sempre la speranza e il mio tipico ottimismo. Quello che so per certo è che alla fine di tutto questo, non sarò più la stessa.
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