La soluzione del problema
- starwells
- 16 feb 2021
- Tempo di lettura: 4 min
In questi giorni mi sono addirittura ritrovata a pensare di dover essere uscita dall’Italia per poter scoprire il mio reale problema fisico qui in Spagna, dopo un milione di peripezie. Sì la butterò sul ridere oggi scrivendo dell’avventura delle mie tre ultime settimane. Parlerò soprattutto di cacca. Sì perché ultimamente la mia vita sta ruotando intorno a quella e alla fine mi ritroverò ad essere un’esperta!
Facciamo un ripasso dei miei problemini di salute degli ultimi sei mesi: tutto è cominciato con una presunta infezione al tratto urinario che mi ha fatto penare per mesi, dopo i fastidi alla gola, il senso di pesantezza nel petto, mille teghe mentali che mi sono fatta fino all’altro giorno perché a volte stavo bene, ma il più delle volte sapevo che qualcosa non era normale, anche se non sapevo identificare cosa. Avrei dovuto iniziare a pensarci partendo dalla mia recente irregolarità nell’andare in bagno, io sono sempre stata un orologio svizzero e mi sono sempre vantata di andare sempre e senza problemi, per cui i recenti episodi di irregolarità intestinale avevano attirato la mia attenzione.
Lunedì 25 Gennaio, nel pomeriggio, ho iniziato ad avere dei dolorini di pancia e subito non ci ho fatto caso. Il martedì però sono aumentati considerevolmente ed erano identici a quelli “dell’infezione” di quest’estate. Ho cercato di fissare un appuntamento col medico ma il primo posto disponibile era il mercoledì alle 14 del pomeriggio e io non ero sicura che sarei riuscita a resistere per così tanto.
Verso le 22:30 del martedì sera ho sentito la forte sensazione di dover andare direttamente al pronto soccorso. Ero tranquilla, ho pensato che avrebbero potuto farmi esami più approfonditi rispetto al medico e che forse stavolta avrebbero trovato la causa del problema. Certo non mi sarei mai immaginata quello che è effettivamente successo! Alle 2 del mattino circa, dopo aver fatto la visita, gli esami del sangue e delle urine, i raggi, l’ecografia, l’elettrocardiogramma e la TAC addominale, stavo aspettando nella saletta con la flebo di fisiologica e antidolorifico, quando il dottore è arrivato per darmi l’inattesa notizia: <<Stanotte dobbiamo tenerti in osservazione, stiamo preparando la camera e tutti i documenti per l’ospitalizzazione.>> Giuro che sul momento ci sono rimasta malissimo. Non avevo idea di cosa pensare.
Ho passato le poche ore che mi separavano dalla mattina cercando di dormire lottando per trovare una posizione che fosse comoda per il braccio con la flebo, e per non morire di freddo dato che indossavo solo un camice semi-trasparente che mi avevano non so per quale assurdo motivo fatto indossare in pronto soccorso.
La mattina finalmente ho potuto parlare con la dottoressa, una donna giovane, simpatica...e italiana! Sì che ironia eh? La fortuna è stata che potendosi spiegare nella propria lingua ho potuto capire meglio il problema. Ad ogni modo la diagnosi è stata che avevo una diverticolite acuta, il che significa che nel mio intestino si sono formate come delle sacche dove possono accumularsi resti di cibo e creare così un’infiammazione e nel mio caso anche una brutta infezione. Il fatto poi che quest’estate non mi fosse stata fatta una diagnosi corretta, ha fatto sì che nei mesi seguenti la cosa si aggravasse fino ad arrivare ad oggi.
Ho passato 8 giorni e 9 notti in ospedale. I primi due a digiuno completo con dei dolori assurdi che non auguro di provare mai a nessuno, poi pian piano ricominciando a mangiare. All’inizio solo liquidi poi cose più solide. Ma è indubbio che non ci fosse una buona comunicazione tra i dottori e la cucina. Dopo un paio di giorni in cui mi sentivo meglio, probabilmente a causa di qualche cibo sbagliato i dolori sono aumentati di nuovo. Non vi dico la difficoltà ad andare in bagno, a camminare, a dormire...sono grata alle mie amiche Hellen e Kathy per essere venute a trovarmi e avermi portato un po’ delle cose di cui avevo bisogno.
Una volta tornata a casa sono stata più comoda ma inizio solo oggi (dopo 13 giorni) a sentire che il mio corpo sta riprendendo a lavorare normalmente, anche se devo continuare a fare moltissima attenzione a quello che mangio. Sono stata sotto antibiotici forti per due settimane e gli ultimi giorni mi sembrava davvero di avere dei piombini sullo stomaco, non facevo che dormire e cercare di andare in bagno. Da qualche giorno ho ripreso a mangiare cibi un po' più consistenti, ho ripreso a uscire per camminare perché, anche se le vecchiette di 90 anni vanno più veloci di me, sento che mi fa bene e dopotutto non ho nessuna fretta.
Sogno il giorno in cui potrò mangiare un panino del McDonald’s o in cui potrò di nuovo cucinare e mangiare dei cupcakes al cioccolato. O in cui non mi sentirò stanca dopo 15 minuti di passeggiata. Insomma cerco di portare pazienza ma giuro, è stata una bella batosta. Quello che mi consola è che conoscendo l’origine del problema stavolta potrò chiedere consigli al medico giusto, e seguire un’alimentazione corretta per il mio problema. Sperando di poter tornare di nuovo ad essere in forma smagliante.
Riflettendoci affrontare questa cosa qui forse è stata una benedizione, conoscendo l’attuale situazione ospedaliera in Italia. Io però che odio stare male, spero che questa possa davvero essere l’ultima volta perché in quest’ultimo anno mi sono rimessa a pari per i passati 36 in cui non mi ero quasi mai ammalata. E’ vero, quello che è successo mi dà un’occasione per pensare a molte cose di cui essere grata nonostante la difficoltà della situazione in generale...ma adesso basta! Spero solo di stare bene per poter combinare presto qualcosa!
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