Pasteles Árabes
- starwells
- 10 feb 2020
- Tempo di lettura: 4 min
E’ da circa una settimana che cerco ispirazione per scrivere qualcosa sul blog. Ci sono tante cose che potrei raccontare su come sia iniziato questo nuovo anno, ma al momento nessuna di queste mi sembra troppo rilevante. I preparativi per la partenza, i saluti a parenti ed amici, il viaggio a Madrid prima di arrivare qui...
Sì perché sono già alcuni giorni che sono arrivata ad Almeria ed è ora che inizia davvero la parte difficile. Quella in cui sono finalmente qui ma non è più solo una vacanza. E’ vita vera.
Le domande che uno si pone sono sempre le stesse: che lavoro farò? Dove abiterò? Dove troverò una bella palestra? Cosa mi preparo per cena? E sì insomma tutte queste cose…
Ho visto il mare e passeggiato per molte zone alla scoperta della città in questi ultimi giorni, ma non ero ancora venuta qui, al Alcazaba. Il posto dove per la prima volta mi sfiorò il solo assurdo pensiero che avrei voluto vivere qui. Quale posto migliore quindi per pensare ad una risposta sensata a tutte le mie domande?
Sono seduta su un angolino di muretto, al sole, a lato di uno degli alti muri di pietra e al inizio di una delle lunghe scale che portano alla parte superiore della fortezza. C’è qualche turista qua e là e immagino di essere un po’ di intralcio per eventuali foto seduta come sono qui con il mio laptop sulle ginocchia.
Il sole oggi è bollente, ma tira un forte vento. Così indosso il cappotto leggero, la sciarpa e il cappello e passo dal avere fresco al avere caldo! Adoro questa sensazione.
Il cielo è sempre blu ma la luce del pomeriggio rende tutte le ombre più morbide rispetto al ora del mezzogiorno. Il fatto è che a qualsiasi ora qui mi sembra sempre tutto fantastico. Di solito mi metterei un po’ di musica ma in questo momento il rumore del vento e della città in lontananza mi infondono una grande calma e serenità.

Quali erano le mie domande?
La verità è che quando alzo gli occhi e guardo il cielo mi sembra che non abbiano poi così tanta importanza. Sei qui, era quello che volevi, no? Continuo a pensare che devo prendermi del tempo, che non serve avere fretta di trovare un lavoro come un altro, ma che ho la possibilità di capire cosa fare per davvero. Ho deciso che farò qualcosina ogni giorno, mandare dei curriculum, girare per le strade in cerca di opportunità, parlare con le persone. E poi non mi voglio dimenticare che devo anche cucinare e cantare. Due cose che al momento mi risulta difficile fare.
Nel appartamento in cui starò per il prossimo mese c’è solo una piccola cucina che devo condividere con due giovani ragazzi stranieri. Uno è asiatico, non dice nulla a parte “Hello” e sta sempre chiuso nella sua stanza. L’altro invece è tedesco, parla benissimo inglese e abbiamo già socializzato un po’. Stasera nonostante le difficoltà per mancanza di attrezzature, preparerò una semplice pizza che mi sono offerta di condividere con lui, e magari andremo insieme a cercare una palestra che non sia troppo costosa! Avere qualcuno con cui socializzare mi fa bene.
Naturalmente ci sono Hellen e Miguel a darmi una mano. A seconda delle loro disponibilità lavorative si stanno davvero dando da fare per aiutarmi e consigliarmi. Girare per uffici comunali con loro è certamente un’altra cosa che non doverlo farlo da sola. Inoltre è importante per praticare lo spagnolo. Ma su questo devo dirvi, mi sento assolutamente sicura. Capisco quasi tutto e chi incontro mi dice che nonostante si senta il mio accento parlo molto bene. Che soddisfazione!!
Immagino che potrebbe non essere facile al inizio, soprattutto se passeranno altri giorni e non dovessi ancora trovare l’opportunità giusta o se mi venisse un po’ più quella sensazione di “acqua alla gola”. Ho deciso che per combattere tutto questo, adesso, finché posso, voglio viaggiare.
Vedere posti e monumenti della città, ma anche fuori. La prossima settimana sono miracolosamente riuscita a prenotare un’entrata al Alahambra di Granada, quindi sapete già che il prossimo sarà un post al 100% culturale!
Ma adesso, c’è un’ultima cosa di cui vorrei scrivere brevemente.. Solo due parole che sono anche il titolo di questo post: pasteles árabes. Piccoli dolcetti dalla tradizione culinaria araba realizzati tutti i giorni artigianalmente che si possono comprare in una piccola ma molto conosciuta saletta da the ai piedi del Alcazaba.
Sono piccolini, a base di frutta secca, miele, pasta di mandorle e pasta fillo. Non hanno quella dolcezza persistente dei nostri dolci a base di zucchero classico ma sono delicati, profumati, io li adoro letteralmente. Ne ho appena comprata una selezione di 12 pezzi che sicuramente non ci metterò molto a finire. Ci tenevo a parlarne perché dalla prima volta che li ho assaggiati ogni volta che penso a questa città, penso anche a loro. Di come alla fine in un semplice dolcetto posso ricordare quello che amo tanto di questa regione. L’incontro tra diverse culture.
Stasera mangerò pizza fatta un po’ come riesco e dolcetti arabi, assieme ad un giovane studente tedesco, parlando in inglese e poi, per sentirmi ancora un po’ a casa, guarderò la diretta del Festival di Sanremo in streaming sul sito della Rai. Sì, non storcete così il naso, l’ho fatto anche ieri sera e alla fine mi è piaciuto. Un po’ di musica italiana mentre la mia mente fantastica su luoghi lontani.

<<...e faccio finta di non ricordare, e faccio finta di dimenticare, ma capisco che, per quanto io fugga, torno sempre a te, che fai rumore qui.>> - (Fai Rumore / Diodato)
Sei già stata in chiesa?
La cappella è piccola?
Che bello risentirti, goditi questa avventura!
Tu blog me va a venir estupendo para aprender italiano ❤️ estoy muy orgullosa de ti!