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Quando di notte non riesco a dormire

Chi mi conosce lo sa che io non amo dormire. C’è chi mi guarda strano quando lo dico ma davvero io quando dormo mi annoio. Per quello di solito non ho mai passato molto tempo a letto, nemmeno quando ero un’adolescente. L’unico momento in cui rimanevo volentieri al calduccio sotto le coperte, era quando dovevo per forza alzarmi per andare a lavorare!


Ma se devo analizzare bene la cosa, probabilmente questa mia avversione allo stare a letto deriva dal fatto che per me dormire è una cosa molto difficile e ammettiamolo, con l’età che avanza forse si sta anche complicando. Per esempio perché io riesca ad addormentarmi devono esserci le giuste condizioni. Il buio completo mi da un senso di claustrofobia quindi deve esserci sempre un po’ di luce naturale ma non troppa, silenzio assoluto o al massimo il rumore della città in lontananza, la giusta posizione, la copertina sulla pancia, niente aria, il cuscino giusto…e se poi il mio cervello inizia a macinare pensieri e non si ferma, io come faccio?

Mi succede abbastanza spesso, quello di pensare, pensare, pensare così tanto da non riuscire a prendere sonno e questi pensieri possono essere di diversa natura. A volte sono solo pensieri, altre volte sono preoccupazioni o problemi ma sta di fatto che non mi lasciano dormire, a prescindere da quanto possa essere stanca.

Volete sapere quali sono questi pensieri che ultimamente mi tengono sveglia? Beh, è molto semplice: le torte. Eh si signore e signori, le torte. E’ così che appena appoggio la testa sul cuscino, si attiva quella parte del mio cervello che vuole iniziare a progettare la prossima torta o che vuole mettersi a pensare proprio in quel momento, a come elaborare la torta che ho in programma per il mio canale di Instagram, o per il compleanno di un’amica o per qualche altra occasione. E così, addio sonno. Perché i pensieri che faccio a quest’ora sono di solito i più proficui.

Il progetto iniziale...

Lo scorso sabato, ho realizzato la torta più grande della mia carriera di pasticcera amatoriale, in occasione del baby shower di un’amica della chiesa qui nel rione di Almeria. Inizialmente doveva essere una torta a piani rotonda di dimensioni normali, ma con l’aumentare degli invitati, si è trasformata in una torta a tre piani per 40 persone (e forse anche un po’ di più). Presa dall’agitazione di essermi imbarcata in un progetto tanto ambizioso per le mie limitatissime risorse (economiche ma anche a livello di attrezzature disponibili) ho iniziato a lavorare al progetto quasi un mese prima. Forse è per questo che il mio cervello si è ossessionato con questo pensiero delle torte, tanto da non aver nemmeno voglia di riposare con un po’ di fase REM.

Così è iniziata la mia ricerca per la migliore ricetta, i migliori ingredienti e le combinazioni di sapore più adatte. Ho visto montagne di video tutorial su YouTube, spulciato pagine e pagine su Instagram, fatto liste della spesa e ispezionato vari negozi della zona per cercare gli acuisti più economici. E’ stato un lavoro lungo, anche perché lo facevo per la prima volta, ma ammetto che è stato veramente un viaggio entusiasmante. Alla fine ho deciso di fare una torta al cioccolato rettangolare a tre strati, decorata con crema al burro alla vaniglia, marmellata di lamponi e finita con una ganache al cioccolato bianco e decorata con meringhe e macarons. Un progetto a dir poco imponente per la mia scarsa esperienza, ma dalla cui realizzazione ho imparato moltissime cose.

Le sei torte impacchettate per il freezer

Per prima cosa ho cucinato con largo anticipo le sei (sì avete capito bene..) torte al cioccolato che poi ho conservato nel freezer avvolte dalla pellicola trasparente. Poi una settimana e mezza prima ho preparato la crema al burro. Circa 2 kg. e mezzo che ho conservato nel frigorifero. Qualche difficoltà l’ho avuta coi macarons che è risaputo, sono molto difficili da realizzare. Infatti su 20 me ne sono venuti bene circa sei o sette, che però erano sufficienti per la decorazione (gli altri seppure brutti me li sono mangiati perché erano buoni)! Ma il vero problema sono state le meringhe. Non era la prima volta che le facevo, ma mi ero ostinata con una ricetta che in cottura continuava a darmi dei problemi. Così mi sono rivolta a Santa Csaba Dalla Zorza e alla sua ricetta infallibile e ho potuto sfornare tre teglie di meringhe di diverse dimensioni, forme e colori! Stupende! Potrete immaginare le quantità di zuccheri che ho mangiato la scorsa settimana mentre facevo tutti questi tentativi di preparazione, ora mi ci vorrà un po’ di dieta!!

Infine è arrivato il giorno della festa. La mattina mi sono alzata di buon ora per assemblare finalmente la torta che così tante volte avevo immaginato di fare prima di riuscire ad addormentarmi. Non è stato facile. Era la prima volta che lavoravo con la crema al burro e per fortuna avevo avuto l’accortezza di comprare dei lamponi freschi da aggiungere alla farcia degli strati, perché il tutto aveva l’aria di essere veramente molto molto dolce. Inoltre ho aggiunto del cacao amaro alla crema di uno degli strati e ho deciso di sostituire la ganache di cioccolato bianco, con una di cioccolato fondente e credo di aver fatto la cosa giusta.

Terminata la composizione degli strati, la torta era alta 15 cm e io credo raggiungesse quasi i 10 kg di peso. Mentre la sigillavo con l’ultimo po’ di crema al burro rimasta pregando che fosse sufficiente, continuavo a chiedermi se sarebbe piaciuta. Finita la decorazione finale, l’ho coperta con qualche strato di pellicola trasparente e l’ho posizionata in un ripiano del frigo che avevo liberato apposta per lei. Era enorme, però io mi sentivo così soddisfatta che non potevo smettere di guardarla… (e di notare tutti i molti difetti che trovavo).

Per portarla in chiesa, dove si sarebbe svolta la festa, un’amica è venuta a prendermi con la macchina, e mentre io trasportavo la torta con un notevole dolore di braccia, lei mi apriva e mi chiudeva tutte le porte.

La serata è andata molto bene. La cappella addobbata di rosa con palloncini ed altre cose fatte da noi era bellissima, e la torta posizionata nel centro della tavola, dava a tutto un tocco speciale.

La gente la guardava, scattava foto e mi faceva domande, ma notavo che rimanevano tutti un po’ intimoriti dalle sue dimensioni. Anche perché alla fine molti degli invitati non erano venuti ed io mi rendevo conto che nell’ansia forse avevo esagerato. Io ero fiduciosa che sarebbe stata buona ma ero anche dubbiosa, perché non è come a Verona dove tutti mi conoscono, qui c’era molta gente che non avevo mai visto e mi ero prefissata di poterli conquistare. Speravo quindi di non aver fatto qualcosa che alla fine risultasse solo esibizionistico…

Dopo un piccolo rinfresco fatto nel cortile, è arrivato il momento del taglio della torta. Nessuno ci stava facendo caso e la gente era anche già piena per il cibo salato e per molti altri buoni dolcetti che delle sorelle avevano preparato. Ho tagliato le prime fette in solitaria; mentre le appoggiavo su dei piattini che lasciavo sul tavolo non mi guardava nessuno a parte due delle ragazze che avevano aiutato con le decorazioni nel pomeriggio e che erano incuriosite. Qualcuna delle fette mi si è anche tagliata male perché ormai la torta non era più fredda e dato il peso degli strati iniziava ad essere un po’ instabile in alcuni punti. Io e le due ragazze siamo state le prime ad assaggiarla...ed era buona come mi immaginavo. Ma guardavo quella torta enorme da cui avevo tagliato solo quattro fette e mi domandavo cosa ne avrei fatto se fosse avanzata…

Ma, incredibile ma vero, quel problema non si è presentato. Poco a poco, la gente ha iniziato a venire incuriosita dalla torta e più gente la provava, più gente si avvicinava. In molti mi hanno chiesto se potevano portarsi qualche pezzo a casa per i famigliari. E così ho iniziato a tagliare fette da mangiare e porzioni da portarsi via mentre la gente veniva e mi faceva domande e mi faceva i complimenti. Qualcuno si è appuntato il mio nome per cercarmi sui social e io mi sono fatta pubblicità. Chi inizialmente pensava che quella torta così grande fosse “paccosa” si è dovuto ricredere! L’impasto era rimasto morbidissimo e umido, la crema al burro con il cioccolato e i lamponi le dava un’aroma super goloso e le mie meringhe sono andate a ruba. Alla fine della festa la torta era finita e io sentivo di aver realizzato il mio obiettivo!

So che è un post molto lungo per parlare solo di una torta, ma io durante questo mese che ho passato a progettarla ho capito ancora una volta quanto questa cosa mi renda felice. Ed è inevitabile che questa felicità, si trasmetta poi allo stesso tempo alle persone che mangiano quello che cucino. Una sorella me lo ha ribadito ieri sera. Se si cucina con amore e felicità, non solo le cose vengono bene, ma la gente lo sente ed è questa la cosa che più amo di questo “lavoro”.

Chissà quale sarà il prossimo passo o quale prossimo progetto terrà il mio cervello occupato di notte, ma inizio a credere sempre più fermamente che questa sia la strada giusta da intraprendere. Ora mi concederò una notte di sonno ma da domani si riparte già con nuove idee!

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