TANGER
- starwells
- 26 lug 2021
- Tempo di lettura: 7 min
Aggiornamento: 2 apr 2023

La prima volta che ho sentito parlare di Tangeri, è stato guardando il film “Only Lovers Left Alive”, la storia d’amore molto particolare di due vampiri centenari, interpretati da Tom Hiddleston e Tilda Swinton. Ricordo di esserne rimasta molto affascinata (lo so, mi succede spesso), tanto che nel 2018 dopo aver fatto il mio primo viaggio in solitaria in Andalusia, avevo iniziato a progettarne uno sulla costa occidentale del sud della Spagna con la previsione di poter passare anche almeno uno o due giorni proprio in questa bella città costiera del nord del Marocco.
Non è un caso che durante i preparativi per trasferirmi qui ad Almeria dall’Italia, abbia anche deciso di rinnovare il mio passaporto proprio perché il primo viaggio che avrei voluto fare sarebbe stato lì. Poi è arrivato il COVID e ha rovinato un po’ i programmi di tutti, ma sono contenta di essere riuscita, anche se con molti mesi di ritardo, a realizzare questo mio piccolo sogno.
Volendo ci sarebbe da scrivere molto di più sulla maniera assolutamente curiosa in cui la vita ci spinge proprio incontro a quelli che sono i nostri desideri. Destino, casualità e scelte personali consapevoli si intrecciano in un’unica trama...portandoci al giorno che stiamo vivendo oggi.

Vorrei poter dare molti più dettagli su questa cosa ma non mi sento ancora pronta, per cui mi limiterò a raccontare che questo viaggio non l’ho fatto da sola. O meglio, che l’ho realizzato grazie all’aiuto di una persona e della sua famiglia a Tangeri i quali mi hanno ospitato facendomi da cicerone per visitare la città e anche alcuni altri posti vicini. E’ in questo modo che ho potuto trascorrere dieci giorni immersa in una cultura simile ma anche molto differente dalla nostra, tra momenti belli e altri un po’ più difficili ma che hanno contribuito a renderla un’esperienza unica che rimarrà per sempre un ricordo speciale nel mio cuore.
Tanger è una città molto grande. Se pensando al Marocco vi immaginate più un paese del terzo mondo vi sbagliate di grosso. Per lo meno in relazione alle sue città principali. Io sono rimasta davvero molto colpita: tutto è estremamente pulito e curato. Ci sono ampi angoli di verde dappertutto e non credo di aver mai visto dei giardini così perfetti nonostante la gente che ci cammina e che spesso si siede a riposare sotto un albero o a fare un pic-nic. Fuori dal centro storico tutto è molto moderno, grandi palazzi, centri commerciali, hotel, caffetterie. Tutto è per lo più bianco o grigio, le strade sono costeggiate da dei lampioni in ferro battuto dalla forma romanticamente arzigogolata che a me piacevano moltissimo e poi le palme, il cielo azzurro e il mare la completano dandole quello speciale tocco estivo.
Una menzione speciale va fatta al traffico intenso del centro. Centinaia di macchine che corrono di qua e di là nel rapido tram tram della vita di città e che si accumulano soprattutto sulle rotonde. Attenzione se mai vi dovesse capitare di andarci, lì le regole del codice stradale non valgono. Uno si butta e spera di arrivare prima che l’altro gli vada addosso, oppure pregando che qualcuno lo faccia passare. Inoltre attenzione ai pedoni che si lanciano da tutte le parti per attraversare anche le strade più grandi e che potrebbero farlo in qualsiasi momento! Insomma occhi bene aperti anche se forse potrebbe essere meglio far guidare qualcuno del posto.
Tra i primi luoghi che ho potuto visitare c’è Cap Spartel, dove da un lato si può ammirare il Mar Mediterraneo e dall’altro l’Oceano Atlantico. E’ per questa particolare caratteristica che la città di Tangeri viene anche chiamata “la città dei due mari”. La strada per arrivarci è un percorso tra le colline in stile Beverly Hills con le sue case super lussuose tra cui una delle gigantesche dimore del Re del Marocco, Muhammad VI. A pochi chilometri da lì si trovano invece le Grotte di Hercules, luogo di importanza storica e mitologica dove si narra che il semidio fosse stato imprigionato e per potersi liberare spaccò la parete con un pugno, dando forma a quella che ora è l’apertura della grotta che si affaccia sul mare e separando così i continenti di Europa e Africa. Davvero un luogo suggestivo con un piccolo museo che si può visitare e con una bella vista sulla costa Atlantica.
Poi naturalmente c’è la Kasbah nel centro antico della città. Un crogiuolo di strette stradine super suggestive piene di bazar, negozietti, souk e gente camminando avanti e indietro, bambini che giocano e vecchietti seduti a chiacchierare sorseggiando il tipico tè alla menta marocchino. La cosa più bella sono i colori e i profumi delle strade, piene di angolini perfetti per scattare delle foto ricordo. E non ho mai avuto la sensazione di stare in un luogo pericoloso, anzi. Tutti si sono rivelati essere molto aperti e gentili. Se siete europei attenti solo ai prezzi...perché qui si tende a far pagare molto di più i turisti rispetto alla gente del luogo. Ed è proprio qui, in un angolino un po’ nascosto, che si trova la porta di “Bab el Assa”. In questo luogo è stata girata la scena finale del film di cui parlavo all’inizio, era quindi una tappa imprescindibile potermi fare una foto nello stesso posto in cui il mio adorato Tom ha posato le sue chiappette. Senza contare che è davvero un antro super carino!

Infine vorrei parlare della strada panoramica che costeggia il litorale verso la spiaggia di Merkala, dove ci siamo spesso fermati a fare merenda aspettando il tramonto. Una volta con crepe e succo di frutta seduti direttamente sul muretto, dove guardando il mare si può vedere ben nitida la costa spagnola. Un’altra volta invece con le “escargot” comprate ad un baracchino. Le lumache con il brodino qui sono una specialità ed è stato divertente provarle nel parcheggio, seduta sul sedile della macchina...e devo dire che non erano affatto male! Se poi si cammina lungo l’ampio marciapiede si arriva al porto dove svetta una grande moschea. Al momento purtroppo non è visitabile a causa del covid, ma ci ho fatto qualche foto da lontano per poi continuare la passeggiata nella grande piazza sotto alla muraglia della vecchia Medina, meravigliosa nella luce azzurrina del tardo pomeriggio. Lì anche io ne ho approfittato per sedermi sull’erba ed ammirare i tanti gabbiani che si alzavano continuamente in volo.

Ma vogliamo parlare un po’ anche del cibo? La gente in Marocco è molto ospitale e quando riceve qualcuno ci tiene che possa avere anche un’ottima esperienza gastronomica. E la cucina marocchina è una delle migliori che abbia provato! A partire da un autentico cous cous che viene tradizionalmente accompagnato come bevanda da una specie di yogurt di capra e poi da diverse tajine con carne di pollo e olive, con agnello, prugne e uova e anche vegetariane. Un fantastico pollo speziato con una salsina di cipolle e fegatini, e poi tanto tantissimo pesce, fritto e alla griglia, zuppa di vongole, insalata di mare e pane accompagnato dalle più svariate salsine. Un paio di volte ho mangiato anche la Harira, una zuppa tipica di lenticchie e ceci, mangiata assieme ai datteri o agli chebakia. (I famosi biscotti di spezie fritti tipici del Ramadan). E tra un pasto e l’altro si va a fare merenda al bar! La cosa più curiosa che ho provato? Un frullato gigantesco con strati di açai, mango e avocado con in cima molta panna montata e decorato con frutta secca e dolcetti di ogni tipo (Kit-Kat, Kinder Bueno, Oreo, cioccolatini ecc…) una bomba da 1000 kg probabilmente! Come il mio intestino sia riuscito a resistere 10 giorni ancora rimane un mistero e nonostante provassi a spiegare la mia situazione fisica e nei limiti del possibile cercassi di contenermi, non era possibile rifiutare e non sarebbe stato rispettoso. Così rientrata in Spagna ho passato quasi tre giorni sul water ahahah ma questo ve lo risparmio. Se mi fossi mantenuta ad un ritmo normale, probabilmente non avrei avuto problemi, ma ragazzi...in Marocco si deve mangiare moltissimo!!!
Durante questi 10 giorni ho avuto anche la possibilità di uscire dalla città e visitare alcuni luoghi vicini. Il più famoso è sicuramente il paesino di Chefchaouen, incastonato tra le montagne e che viene anche chiamato “la perla blu”. Sì perché tutte le sue case e le sue strade sono decorate o completamente dipinte di un particolare colore azzurro che lo rende davvero unico. Purtroppo non abbiamo potuto soffermarci più di qualche ora, ma il tempo è stato sufficiente per gustare un ottimo pranzo e fare una bella passeggiata tra le viuzze scattando quante più foto possibili.
Ho anche avuto la bella opportunità di passare un pomeriggio in una bella spiaggia ad Assilah, piccola cittadina affacciata sull’Atlantico a sud ovest di Tanger. Non so se avete mai avuto occasione di provare ma è molto più difficile fare il bagno nell’oceano...le onde sono fortissime anche a pochi passi dalla spiaggia, per cui ci siamo limitati a rotolarci nell’acqua bassa, facendoci trasportare dalla forza delle onde come se fosse stata una giostra di Gardaland. Davvero un pomeriggio divertente e spensierato, ammirando il manto argenteo dell’acqua espandersi fino all’infinito verso l’orizzonte.

Lo ammetto, l’organizzazione di questo viaggio non è stata pianificata da me in tutti i dettagli come faccio di solito, ma per molto mi sono fidata del consiglio e delle conoscenze dei miei contatti in Marocco. Anche se inizialmente forse è stato un po’ un azzardo, alla fine questo mi ha permesso di vivere un’esperienza autentica a contatto con una cultura diversa dalla nostra e di approfondirne la mia conoscenza in maniera diretta. Ho scoperto una terra ricca e affascinante che si sta modernizzando molto velocemente ma che allo stesso tempo rimane molto legata alle sue tradizioni e allo spirito tipico dei paesi di religione islamica. Ci sono cose molto differenti rispetto alla cultura europea e sebbene il turista sia assolutamente tutelato, è un aspetto da non sottovalutare. Il rispetto delle regole e del buon comportamento è indispensabile se si vuole vivere una buona esperienza.
Sono rientrata da una settimana e ho ripreso già a lavorare a pieno ritmo, ma nei momenti di riposo la mia mente ritorna continuamente a questo ultimo viaggio che come ogni altro ha lasciato un segno dentro di me. Oltre al lato prettamente turistico ho vissuto esperienze emotive forti che sarà impossibile dimenticare.

Ogni viaggio ci apre un pochino di più la mente, ci cambia, ci aiuta a riflettere e a maturare. Ora per me inizia una nuova fase della mia vita qui ad Almeria e il futuro per quanto incerto, si apre a mille nuove possibilità. Ammetto di sentirmi ancora un po’ sopraffatta da tutte queste emozioni.
Durante una recente videochiamata con i miei amici Marco e Annalisa, simpaticamente mi è stato chiesto: <<E adesso dove ti porterà la tua prossima fissa??>> Ehhh sono curiosa di saperlo anche io! Restate sintonizzati e lo scopriremo insieme!
Comments