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Tre settimane

  • Immagine del redattore: starwells
    starwells
  • 25 feb 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Lo so, oggi è martedì e sono in ritardo di un giorno.

Mi ero già preparata un argomento per il post di questa settimana, ma poi inaspettatamente la sera tra domenica e lunedì ho avuto per la prima volta un vero e proprio attacco di malinconia e ieri tra impegni vari, non avevo nessuna voglia di scrivere. Ho deciso perciò di cambiare leggermente direzione e raccontarvi come sta andando in questi giorni.


La mattina mi sveglio sempre con calma...diciamo pure che difficilmente prima delle 10 mi alzo dal letto… Faccio colazione con un bicchiere di latte e Nesquik e una specie di plumcake che qui chiamano “Magdalena”. Mi vesto, mi trucco, faccio il letto e sistemo la camera. Poi solitamente mi metto al computer e passo un paio d’ore a spulciare offerte di lavoro su internet o a iscrivermi a motori di ricerca e cose simili. Ogni tanto scendo a piedi in uno dei due supermercati vicino a casa e faccio un po’ di spesa. Il pomeriggio, dopo pranzo e la puntata di qualche serie su Netflix, di solito cerco di programmare qualcosa. Una visita, una passeggiata, lasciare qualche curriculum in giro, in agenzia immobiliare oppure alla ricerca di qualche opportunità.


Il problema di solito è alla sera. Chi mi conosce sa che quando stavo in Italia, difficilmente passavo due serate consecutive in casa, ma ero spesso in giro. Qui purtroppo è ancora molto diverso. Sto iniziando pian piano a fare qualche nuova conoscenza, ma a parte le prove del coro il lunedì e qualche sera nel weekend, sono di solito sempre a casa e per i fatti miei, o al massimo in compagnia dei miei due coinquilini. E per quanto sia una persona indipendente, uscire da sola alla sera a meno che non si tratti di una passeggiata, non è una cosa che mi attira più di tanto.


Domenica mi sono ritrovata in mezzo ad un turbinio di emozioni. La lontananza dalla mia famiglia e dai miei nipotini che crescono e che al momento non mi posso sbaciucchiare, la lontananza dai miei amici che non posso più chiamare per uscire o per stare semplicemente in compagnia, la difficoltà pratica di trovare un lavoro e l'ansia di non aver ancora capito benissimo come districarmi con la burocrazia spagnola. In più un insieme di nuovi desideri e sogni per il futuro che mi sono piombati addosso senza una vera regola e a cui devo trovare una collocazione nella mia vita. Insomma per la prima volta da quando sono qui ho pianto. Perché fondamentalmente mi sento un po' sola.

O almeno mi sentivo così in quel momento.


Ieri sono stata molto impegnata e non tutte le cose sono andate come avrei voluto. A cominciare dal fatto che dovrò ricominciare daccapo con la preparazione di alcuni documenti necessari per vivere e lavorare qui. Allo stesso tempo però ora alcune cose mi sono molto più chiare, e credo di aver trovato anche un ordine di importanza rispetto alle cose su cui mi dovrei concentrare.


Ero consapevole che questo primo periodo non sarebbe stato facile, per questo sapevo che una delle prime cose da fare una volta giunta qui sarebbe stata quella di iscrivermi in palestra. Colgo pertanto l'occasione di annunciare che la scorsa settimana ho finalmente ricominciato la mia routine di allenamento e i miei muscoli indolenziti oggi mi ricordano di quanto mi fosse mancato l’esercizio fisico!


In conclusione penso che le cose qui stiano andando in maniera assolutamente normale. Un primo periodo di assestamento è necessario. Amo questa città e a conti fatti mi sembra di essere sempre vissuta qui. Vado avanti giorno per giorno senza un vero "programma" ma con determinazione. Un saggio amico questa settimana mi ha detto che bisogna lasciare alla vita la possibilità di sorprenderci, ed è proprio quello che mi sento di fare.

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