Tutto e niente.
- starwells
- 6 ott 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Per quanto mi sforzi di scrivere da giorni, non riesco a far uscire le parole. Suppongo sia un riflesso della mia attuale situazione psicologica ed emotiva di caos. Di tutto e niente.
Ma non pensate che questo sia negativo, anzi. Nell'ultimo mese ho provato la magnifica sensazione di sentirmi libera. Nonostante qualche preoccupazione per la ricerca del lavoro, ho deciso di dedicare il tempo libero che ho a disposizione ad attività che amo, per poter rientrare in contatto con quella parte di me che nella confusione degli ultimi anni forse si era un po’ perduta.
Avere tempo per pensare può essere davvero un toccasana. Sono qui da otto mesi e a volte mi domando se non dovrei sentirmi in colpa per non aver ancora trovato “qualcosa da fare”. Perché quando parlo con amici e parenti, sembra che quella sia la cosa più importante. Così ho deciso di fare qualche riflessione sull'argomento.
Già lo sapevo, ma oggi ne sono sempre più consapevole. Non sono venuta qui per cercare “qualcosa”, bensì qualcuno. E no, non mi riferisco a un marito o cose simili, mi riferisco a me stessa. Quando ho lasciato la mia città, la mia famiglia, il mio giro di amici e il mio lavoro, l’ho fatto per lasciare l’idea che gli altri e che io stessa avevo di me per riscoprire così la persona che sono davvero.
Uno dei nostri problemi maggiori come persone è che tendiamo sempre troppo spesso a paragonarci agli altri. Partendo dal presupposto che siamo tutti diversi e che il nostro percorso individuale è unico, non dovremmo sentirci male se non siamo come gli altri vorrebbero o pensano che dovremmo essere. Lo ammetto, a me è sempre piaciuto sentirmi un po’ fuori dagli schemi. Ma poi alla fine era frustrante perché non ero mai né abbastanza fuori dagli schemi per distinguermi né abbastanza normale da essere come le persone che vedevo intorno a me.
Immagino che per la mia ricerca, fermarmi fosse indispensabile. Anche quando vado a dormire la mia mente non riesce a smettere di turbinare tra mille idee e pensieri e fare ordine è difficilissimo. Qualche settimana fa l’idea del lavoro mi ossessionava. Forse perché ho sempre pensato che fosse questa la cosa che più mi avrebbe definito: il successo professionale. Per questo ero frustrata quando pensavo che non sapevo cosa fare e dove cercare. Ma nei giorni scorsi, le parole di una persona fidata mi hanno fatto riflettere.
Dopo avermi chiesto: “perché sei venuta qui?” e aver ascoltato le mie prime due o tre risposte mi ha chiesto di nuovo: “ma perché sei venuta qui?” Forse il "fare" non è poi così importante se prima non impariamo a "essere".
Il processo di “purificazione” che sto attraversando non è sempre facile. In pratica mi sento come se mi stessi piano piano liberando di tutti i miei pregiudizi, delle mie maschere, delle mie paure o delle mie idee sbagliate sulle cose per rientrare in contatto con le mie emozioni più profonde, imparando anche ad interfacciarmi con gli altri in maniera più sincera. Il tutto in una “ricerca” che in verità non si esaurisce mai. Perché c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare e da conoscere.
A quelli che mi chiedono “che cosa fai tutto il giorno” rispondo che dovrebbero pensare al loro percorso e non preoccuparsi del mio, perché io sto percorrendo la mia strada al meglio delle mie possibilità. Da questa attesa, da questa ricerca, nascerà sicuramente qualcosa di straordinario. E’ sempre straordinario quando riusciamo ad essere onesti con noi stessi e con gli altri e a vivere la vita appieno ogni giorno.
Insomma se non si capisce quello che ho scritto vi chiedo scusa. E’ proprio tutto o niente.
<< My calling, find peace, find harmony, so baby I'm searching, see too much to learn, gotta open my eyes wide, so baby I'm searching, see too many moons but I never see light, so baby I...>> "Searching" (Abir)
Opmerkingen